Una delle rivelazioni più straordinarie emerse dallo studio della cimatica – la scienza che esplora gli effetti delle vibrazioni sonore sulla materia – riguarda il legame tra suono e linguaggio. Hans Jenny, pionieristico ricercatore in questo campo, scoprì nel 1967 che le vocali delle antiche lingue sacre, come l’ebraico e il sanscrito, quando intonate, creavano schemi geometrici che corrispondevano visivamente alle lettere stesse di quelle lingue.
Le lingue moderne, al contrario, non mostrano lo stesso effetto. Questo risultato affascinante suggerisce una possibile verità dietro il concetto di “linguaggio sacro”. È possibile che, in queste lingue, i suoni e le vibrazioni non fossero casuali, ma progettati o intuiti per entrare in risonanza con il mondo fisico e spirituale.
Questa scoperta apre la strada a riflessioni profonde sul potenziale curativo della recitazione di mantra, testi sacri e suoni antichi. Non si tratterebbe solo di un atto simbolico, ma di una pratica con una base fisica e vibrazionale capace di influenzare il corpo e la mente.
Le vibrazioni sonore, infatti, sono alla base della creazione e dell’armonia nell’universo, come dimostrato dalla cimatica. Che si tratti di mantra, preghiere o canti rituali, il loro potere potrebbe risiedere proprio in questa connessione profonda tra suono e struttura. Forse, attraverso la riscoperta e l’uso consapevole di tali pratiche, possiamo tornare a sperimentare l’armonia originaria che unisce corpo, mente e spirito.
La ricerca di Hans Jenny ci invita a riflettere: le vibrazioni non sono solo suono. Sono ordine, creazione e guarigione.